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Come l’intelligenza artificiale ha impattato il nostro modo di vivere

By Martina Morazzoni
mar 08, 2022

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La tecnologia e il progresso nel campo di tutte le scienze stanno guidando il nostro vivere quotidiano

L’intelligenza artificiale ormai fa parte, in tutto e per tutto, anche delle nostre azioni quotidiane. Anche se non ce ne rendiamo conto totalmente, tutte le nostre azioni – anche le più semplici, anche quelle che vengono compiute meccanicamente ogni ora – possono avere a che fare con l’intelligenza artificiale. Sta già influenzando tantissimi aspetti della nostra vita quotidiana in modi innovativi e sorprendenti, dagli elettrodomestici alle piattaforme di streaming, fino a svolgere compiti estremamente delicati.

Al tempo stesso, si vede aumentare il dibattito sui risvolti etici di questa tecnologia. Certo nei prossimi mesi questa tendenza si confermerà. Trend che ha ricevuto un’ulteriore accelerazione a causa della pandemia Covid-19 e la conseguente espansione dell’uso di tecnologie informatiche per lo smart working e per la didattica a distanza. In parte l’introduzione dell’intelligenza artificiale nasce dalla necessità di automatizzare il trattamento della mole sempre più cospicua di dati che vengono generati, ed in parte dalla convinzione che l’algoritmo permetta di ottenere prestazioni migliori – più veloci, più precise, più equilibrate – di quelle umane, proprio grazie alla grande mole di dati da cui può attingere.

L'impatto sul mondo del lavoro

Ad esempio, l’editoria sta vivendo un periodo di grande cambiamento grazie all’intelligenza artificiale. Ma l’utilizzo della tecnologia spesso spaventa i lavoratori, soprattutto nel mondo del publishing: i redattori scompariranno? Non ci sarà più bisogno di correttori di bozze? Il lavoro editoriale sarà assimilato dalle macchine? Non è proprio così, anzi. È ampiamente dimostrato che, laddove viene utilizzata in modo virtuoso, la tecnologia costituisce un beneficio per gli umani; rende tutto il mercato più stabile e, di conseguenza, i lavori meno precari.

L’uso più rivoluzionario e interessante dell’AI riguarda però la creazione di contenuti. Al momento, un computer può scrivere un articolo giornalistico, un report, partendo da un campione di frasi già scritte oppure da modelli in cui si applicano poi le informazioni distinte. Potrà non essere un articolo da Premio Pulitzer ma è un processo che permette di snellire il lavoro oppure di adattare il testo a format specifici. Contrariamente, l’AI può venire in nostro aiuto per riformattare contenuti da adattare a diverse piattaforme. Lo scopo è quello di guadagnare posizione in nuovi mercati emergenti tramite l’ottimizzazione dei processi produttivi esistenti.

Da dove nasce la paura verso l'Intelligenza Artificiale

Diversamente da quanto si potrebbe pensare, infine, l’intelligenza artificiale non “ruba” posti di lavoro. Anzi, l’AI non è un ostacolo né un limite, ma un alleato che dobbiamo imparare a sfruttare per utilizzare meglio il nostro tempo, delegando magari le operazioni più routinarie e concentrandoci sulla creatività propria dell’essere umano. AI e machine learning non sono state pensate per sostituirci, ma come strumenti utili per migliorare la qualità di tutta la filiera. Perché l’umano e l’intelligenza artificiale, insieme, costituiscono una nuova frontiera che potrebbe rivoluzionare anche il mondo dell’editoria.

In realtà, benché i benefici dell’AI potrebbero essere enormi, in alcuni campi sono stati fatti per ora soltanto dei piccoli passi. AI e machine learning si propongono come strumenti nelle mani di professionisti in grado di migliorare la qualità di ciò che già fanno e di pensare a nuovi usi e applicazioni. L’IA ha lo scopo di ottimizzare il lavoro, rendendolo più efficace e veloce, sfruttando i punti di forza già esistenti.

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